Chi seguono i nostri politici su Twitter?

14 Ottobre 2021

14 minuti

L’ecosistema dei social network è venuto negli ultimi quindici anni ad assumere un ruolo sempre più centrale nel panorama del dibattito politico e istituzionale e, di converso, una crescente importanza per chi quel dibattito ha interesse a seguirlo, monitorarlo e a relazionarsi con gli attori che lo animano.

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Anche grazie alla sua immediatezza e semplicità d’uso, il social network creato nel 2006 da Jack Dorsey è divenuto lo spazio in cui (inter)agiscono la sfera mediatica, politica, e istituzionale e i rappresentanti (talvolta autoproclamatisi) dell’opinione pubblica del Paese, con annunci, commenti, notizie e indizi che rimbalzano tra online e offline, spesso ripresi dai media più tradizionali che, a loro volta, rimandano sul social network i nuovi contenuti creati, contribuendo così a stimolare il dibattito.

Già nel 2010 il sociologo Bernie Hogan descriveva i social network come exhibition spaces, evidenziando la loro natura di spazi in cui ci si autorappresenta a pubblici differenti, in cui ogni elemento è anche un pezzetto di un’immagine di sé sempre visibile e la cui modalità di diffusione non è sempre facilmente controllabile a causa della gestione algoritmica dei contenuti. Se applichiamo questo assunto alle figure pubbliche, è facile capire come Twitter sia anche un luogo in cui ogni comportamento descrive e si presta a essere letto come un posizionamento rispetto a valori, issues, stili di vita, riferimenti culturali… Se questo è evidente nell’analisi dei contenuti e delle conversazioni, spesso si sottovaluta il ruolo della rete, ossia l’importanza della scelta di chi seguire e chi no.

Le logiche alla base del “follow”, ovvero della scelta di chi seguire su Twitter, possono essere differenti ma tutte interessanti. Si può essere mossi da una necessità di autorappresentarsi (descriversi o comunicare al proprio pubblico un’immagine di sé attraverso ciò che si segue – talvolta pochissimi e sceltissimi follow, rispetto al numero dei propri follower – spesso coadiuvati in queste attività di posizionamento dal proprio staff di comunicazione), di informarsi (seguire le fonti di informazione che si ritiene più affidabili o più importanti), di intrattenersi (seguire canali considerati interessanti e condivisibili), di attirare l’attenzione (seguire un account nella speranza di essere notati e magari seguiti a propria volta), di consolidare anche online relazioni nate magari su altri canali o offline (seguire il collega di partito o lo speaker di una comune conferenza),

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La Social Network Analysis

Le tecnologie di Social Network Analysis (SNA) consentono di analizzare, attraverso algoritmi e concetti propri della teoria dei grafi, le relazioni che si instaurano all’interno di una rete sociale, permettendo di estrarre informazioni da quantità di dati difficilmente gestibili in maniera manuale.

L’analisi che vi presentiamo parte dall’insieme di account ufficiali dei parlamentari italiani, esposti sui siti e negli open data di Camera e Senato, e dei membri e gli staff dell’attuale Governo. L’API di Twitter dà la possibilità di recuperare i profili seguiti da questi account di partenza: questa informazione ci è utile per generare un network che rappresenta e mappa le connessioni.

Da questa struttura dati estraiamo le comunità: si tratta di gruppi caratterizzati dal fatto che i collegamenti tra gli account sono più densi rispetto alla media delle connessioni. Per effettuare questo step abbiamo utilizzato uno strumento di clustering, in questo caso l’algoritmo MCL (Markov cluster) adattato al tipo di network in esame (per un uso simile si veda, ad esempio  S. Fortunato, “Community detection in graphs”, Physics Reports, volume 486, issues 3–5, pagine 75–174, Febbraio 2010).

Le comunità principali così identificate vengono ulteriormente divise in sottocomunità (che chiameremo sotto-cluster): questo focus viene effettuato reinserendo nell’analisi anche coloro che nel primo passaggio emergevano come caratterizzanti una parte del network piuttosto che un’altra. Questa scelta può ridurre la distinzione tra le comunità, ma permette di evidenziare la presenza di influencer “condivisi” che fanno quindi da punto di contatto tra gruppi diversi.

L’analisi identifica un valore di centralità, cioè uno score numerico di importanza di ciascun account all’interno del cluster, utilizzando sia il concetto classico di centralità, sia l’informazione derivante dal clustering (questa componente riprende in parte il lavoro di Cristian Riveros e Jorge Salas nel paper A Family of Centrality Measures for Graph Data Based on Subgraphs [2020]).

Non si tratta di una mera classifica di account più seguiti, ma di un’informazione più profonda sulla rete di relazioni, poiché si va a valutare la visibilità dell’account nella comunità analizzata, incorporando in questo “punteggio” anche la centralità e la selettività nell’attività di follow degli account che a loro volta seguono il profilo oggetto di analisi. Nei grafici che proporremo in questo post, più alto è lo score di centralità, più è grande il nodo che rappresenta l’account.

Attraverso questo studio delle comunità emergono quindi dei gruppi di account più fittamente connessi tra loro e i personaggi e le istituzioni più evidenti e centrali all’interno di questa rete.

Pur non avendo quindi definito a priori di indagare le community associate a ciascuna area politico-partitica, ciò che emerge è che queste comunità si creano naturalmente attraverso le connessioni tra gli account studiati.

Le connessioni dei parlamentari

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Questa divisione è riconducibile ad alcune delle caratteristiche che guidano l’attività di follow su Twitter che, come dicevamo sopra, assorbe motivazioni riconducibili al posizionamento del parlamentare, ai suoi interessi informativi e alle sue connessioni personali. Tutte dimensioni che subiscono una sorta di sedimentazione temporale e non è raro, ad esempio, trovare tra gli account più seguiti, anche ministri dei precedenti governi di area. Vi è poi un fattore “attività social”: ovviamente non tutti gli account dei politici sono egualmente attivi, così come non tutti i media o istituzioni riescono ad essere egualmente efficaci nella gestione del loro seguito su Twitter. In questo senso basti pensare all’impatto che può avere sulla formazione del network l’uso dei social media condotto dai due precedenti governi o, al contrario, l’attuale assenza del Presidente del Consiglio sui canali digitali.

La community Twitter: Partito Democratico – Italia Viva

Andiamo ora più nel dettaglio delle tre comunità individuate.

La prima, abbiamo detto, è prevalentemente generata dalle connessioni di esponenti del Partito Democratico e di Italia Viva. A sua volta questa rete si spezza in tre ulteriori sottogruppi o cluster.

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Un cluster più ampio che, se escludiamo parlamentari e membri dei due partiti considerati, vede come account più centrali il leader di Azione Carlo Calenda (score di centralità 340), l’ex presidente del Consiglio, ora a capo del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte (score 320), l’economista Carlo Cottarelli (320) e – possiamo dire segno dei tempi – il virologo Roberto Burioni (270).

Non mancano i riferimenti ai Democratici americani: gli account di Joe Biden e Kamala Harris sono entrambi centrali (score 250), ma è presente anche la deputata Alexandria Ocasio Cortez (220). La bandierina europea è quella della Presidente della Commissione Ursula von Der Leyen (220).

Un posto di rilievo nel network è occupato da Marco Bentivogli, coordinatore dell’associazione Base Italia ed ex segretario generale della FIM CISL, ma anche da un politico un po’ sparito dal mainstream e dalla ribalta mediatica tradizionale come Pierluigi Castagnetti e da Daniele Cinà, responsabile della comunicazione digitale del MEF e precedentemente digital strategist della Camera dei Deputati. Pur avendo aderito ai Verdi europei, rimane importante in questa comunità il sindaco di Milano Beppe Sala.

Tra i giornalisti spiccano Federica Angeli (score 240), cronista di cronaca nera e giudiziaria per Repubblica, Giancarlo Loquenzi di Rai Radio1 (220) e l’inviata, sempre di Repubblica, Annalisa Cuzzocrea (220). Tra i media, i più centrali sono Radio Radicale (230) e il quotidiano online Open (220).

Lo vedremo emergere in diverse comunità: Le frasi di Osho in questo cluster si contende la leadership dell’ironia con il programma di La7 Propaganda Live.

Forse meno attesi, ma molto seguiti dai membri di questa community, l’account di Gianrico Carofiglio, scrittore con un passato in Senato per il Partito Democratico e il consulente politico Lorenzo Pregliasco, fondatore di YouTrend e Quorum: entrambi hanno score di centralità 230.

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Il secondo sotto-cluster di questa comunità è maggiormente influenzato dalle connessioni dei parlamentari di Italia Viva. Cambiano i giornalisti di riferimento: tra gli account più centrali troviamo Jacopo Iacoboni de La Stampa (score 220), l’autrice e conduttrice di La7 Myrta Merlino (180), Mario Lavia collaboratore de Linkiesta (180) e Gaia Tortora (170), anche lei di La7.

In tv si guardano Otto e Mezzo (150) e L’Aria che Tira (140), proprio a riconfermare un generale ottimo posizionamento dei programmi di La7, dei loro presentatori e ospiti nel network dei parlamentari.

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Il terzo sotto-cluster è ricco di account istituzionali (Quirinale, Camera, Palazzo Chigi). A  David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo, si affianca Barack Obama (score di centralità 210), ancora un punto di riferimento nel network. Diversi account di informazione sono ben posizionati: La Stampa (210), Agenzia Ansa (200), il Foglio (200), Sky Tg24 (190) e Repubblica (190).

Con punteggio di centralità 190, il direttore de il Foglio Claudio Cerasa e Tommaso Labate, collaboratore de il Corriere della Sera, si contendono il ruolo di giornalista “influencer” del cluster, ma piuttosto centrale (score 180) è anche Antonio Polito, vicedirettore del quotidiano milanese che vanta anche trascorsi al Senato nella XV legislatura.

Tra i tweet più seguiti anche quelli di Francesco Nicodemo, consulente politico e portavoce della Fondazione Italia Digitale, e quelli di Immagina, che si definisce “uno spazio dove condividere le idee per uscire dall’emergenza e progettare la rinascita”.

La community Twitter: il Centrodestra

La seconda comunità che andiamo ad analizzare origina, invece, dai follow degli esponenti del centrodestra. È interessante notare come i tre sotto-cluster che emergono siano piuttosto marcatamente segnati da una differenza di posizionamento tra esponenti di Forza Italia, parlamentari di Fratelli d’Italia e deputati e senatori leghisti.

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Partendo dal primo cluster, quello di area Forza Italia (oltre che di alcuni transfughi ora nel movimento di Giovanni Toti, Coraggio Italia), sono estremamente visibili, insieme ai leader dei due partiti, anche gli account di Papa Francesco (300) e, più a sorpresa, di Giuseppe Conte (290).

Se ci concentriamo sui giornalisti, i nomi sono quelli che ci saremmo potuti attendere: Augusto Minzolini, da qualche mese approdato alla direzione de il Giornale (score di centralità 270), Nicola Porro (260) vicedirettore dello stesso quotidiano, e Alessandro Sallusti (260), direttore di Libero. Troviamo ben posizionato anche il corrispondente parlamentare di Radio Radicale Lanfranco Palazzolo (220), oltre ai due decani Vittorio Feltri (210) e Giuliano Ferrara (200).

Tra i punti di riferimento della community anche l’ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso (230), mentre, guardando ai media, spiccano Tgcom24 (270) e ilSole24ORE (260). L’AGI (200) è la più centrale tra le agenzie news. Interessante, inoltre, è la presenza tanto dell’account ufficiale della Polizia di Stato (250), quanto di quello dell’Arma dei Carabinieri (230).

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Il secondo cluster ben condensa i legami degli esponenti di Fratelli d’Italia. Non a caso, un ruolo di assoluta centralità è quello dell’ex senatore Guido Crosetto (240).

Il direttore de La Verità e di Panorama Maurizio Belpietro (score 290) e il conduttore di Rete4 Mario Giordano (280) predominano tra i giornalisti, ma ben visibili vi sono anche il direttore dell’Agenzia Agi Mario Sechi (200) e quello de il Tempo Franco Bechis (190).

Due personaggi piuttosto diversi emergono come influencer d’area: da un lato il fondatore di FARE Oscar Giannino (230), dall’altro lo “storico” esponente di destra Francesco Storace (190), ora vicedirettore a il Tempo.

Le fonti media preferite sono L’Huffington Post (210), il TG di La7 (200), Radio24 (180) e Adnkronos (180). Centrali nel network sono anche gli account ufficiali di due dicasteri: il Viminale e il Ministero della Difesa.

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Il terzo cluster descrive la rete creata principalmente dai follow dei parlamentari della Lega.

Emergono subito i punti di riferimento regionali: il presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga (punteggio di centralità 250), quello del Veneto Luca Zaia (240) e il lombardo Attilio Fontana (200).

Le fonti media sono da un lato i quotidiani “d’area” – Libero (270), La Verità (290), ilGiornale (210) – dall’altro i più moderati Agenzia Ansa (280) e Corriere della Sera (250). Tra i programmi TV primeggiano lo show di approfondimento di Rete4 Quarta Repubblica (200), Stasera Italia, sempre in onda su Rete4 (200) e il pomeridiano Tagadà su La7 (190).

Troviamo anche in questa community, centralissimo, l’account Le Frasi di Osho (280); Annalisa Chirico de il Foglio e l’ex presidente RAI Marcello Foa sono invece i giornalisti più in evidenza. Si presta attenzione anche ai sondaggi (il magazine YouTrend ha un punteggio di centralità di 220) e alla comunicazione, con Luca Morisi, fino alle recenti dimissioni il consulente del partito, piuttosto visibile con uno score di 210.

Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, si posiziona anch’egli al centro, raggiungendo uno score di 180. Particolare anche il risalto ottenuto in questa community dall’account ufficiale dei Vigili del Fuoco (210).

La community Twitter: il Movimento 5 Stelle

La terza comunità emerge a partire dalle connessioni degli esponenti in Parlamento del Movimento 5 Stelle. Diversamente da quanto abbiamo osservato nelle prime due community, questa rete si presenta più densa di connessioni tra gli stessi parlamentari, tanto da far ipotizzare una strategia comune nella gestione dei follow: per prima cosa seguire i portavoce del Movimento.

 

Tre sono i sotto-cluster più nutriti.

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Il primo fotografa una situazione attesa: troviamo gli esponenti di spicco extraparlamentari come le sindache Virginia Raggi (punteggio di centralità 350), Chiara Appendino (290) e l’ex sindaco di Livorno Filippo Nogarin (250). Ci sono Beppe Grillo (240) e Marco Travaglio (220), oltre a Il Fatto Quotidiano (260) e Report (210).

Occupano una posizione centrale in questo cluster alcuni account media che abbiamo visto importanti anche in altre community: ilSole24Ore (210), Adnkronos (180) e il Tg di La7 (180).

Tra gli influencer d’area troviamo l’attuale leader di Italexit, espulso dal Movimento a inizio 2020, Gianluigi Paragone e l’ex presidente della RAI Marcello Foa.

Grande attenzione anche per il fortemente voluto Ministero della Transizione Ecologica (200), mentre la sfida sulla satira in questa community è vinta da Spinoza (150).

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 Il secondo sotto-cluster, anche questo densissimo di esponenti del Movimento, vede come fonti di informazione centrali l’Agenzia Ansa (220), Repubblica (180) e RaiNews (180), oltre al progetto dedicato alle politiche pubbliche Public Policy (160). I giornalisti di riferimento sono il direttore de IlFattoQuotidiano.it Peter Gomez (210) e Antonio Padellaro (150) editorialista per la stessa testata.

Compare qui, ed è l’unico artista che troviamo così centrale nei diversi cluster analizzati, il “super influencer” Fedez (180). È presente anche il magistrato Ferdinando Imposimato, venuto a mancare 3 anni fa, ma il cui account è stato curato anche per diverso tempo dopo la sua scomparsa.

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Nel terzo cluster ricompare il seguitissimo Le Frasi di Osho (190), ma anche due trasmissioni tv finora non citate: il programma mattutino di approfondimento di Rai3 Agorà e quello di inchiesta in prima serata Presa Diretta. Tra le fonti di informazione si affermano Radio Radicale (170) e Fanpage.it, mentre Selvaggia Lucarelli, che oggi collabora con ilFatto e con The Post Internazionale, è la più centrale tra i giornalisti (score 120).

Interessante è il ruolo del ministro della Salute Roberto Speranza, sicuramente visibile in questa community (punteggio di centralità 150), nonostante la sua appartenenza a un’area partitica differente.

Un focus sul Governo

E per quanto riguarda il Governo?

Le diverse anime politiche che compongono l’esecutivo Draghi effettivamente ci portano, attraverso un’analisi sui follow dei ministri e dell’entourage dei dicasteri, a scorgere elementi simili a quanto visto per i parlamentari.

In particolare, due comunità sembrano facilmente riconducibili la prima al mondo del Movimento 5 Stelle, la seconda all’anima leghista della compagine, proprio le due fazioni partitiche che possono contare più membri, tra ministri, viceministri e sottosegretari, all’interno del Draghi I.

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Il cluster che si origina dalle connessioni degli esponenti del Movimento 5 Stelle, oltre a quelli che, per motivi differenti, sono tre cardini dell’area politica (Giuseppe Conte, Virginia Raggi, Chiara Appendino), vede centrali diversi canali informativi: Tg di La7 (score 190),  Sky Tg24 (160), Repubblica (140), Tg2 (140) e Tg3.

Le trasmissioni di riferimento sono Omnibus su La7 e Report su Rai3. Come abbiamo visto accadere anche nel network dei parlamentari 5 Stelle, hanno un ruolo preminente nella rete anche Il Fatto Quotidiano e il suo direttore Marco Travaglio, giornalista più centrale insieme a Tommaso Labate del Corriere.

La community che si forma analizzando i follow dei membri del Governo di appartenenza leghista si diverte con Le Frasi di Osho (centralità 180) e per l’informazione predilige ilSole24ORE, La Verità e Formiche.

Piuttosto centrali in questo sotto-cluster sono vari corpi dello Stato: dallArma dei Carabinieri (170), alla Guardia di Finanza (140), dalla Guardia Costiera, all’account dell’Esercito italiano e a quello dei Vigili del Fuoco. Immancabile colui che fino a pochi giorni fa è stato uno degli artefici della comunicazione del partito, il social-megafono (come lui stesso si definisce), Luca Morisi.

Vi è poi un terzo corposo sotto-cluster meno connotato a livello partitico, che nasce principalmente dai follow di esponenti di Forza Italia, Italia Viva e Partito Democratico.

Punti di riferimento principali sono l’economista Carlo Cottarelli (punteggio di centralità 170), oltre al presidente del Parlamento Europeo David Sassoli (170) e a Papa Francesco (150).

Decisamente visibili sono anche l’economista Riccardo Puglisi e il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, oltre al consulente politico Lorenzo Pregliasco e al sindacalista Marco Bentivogli.

Luciano Capone de il Foglio (140), Christian Rocca de Linkiesta (130) e l’editorialista Gianni Riotta (130) sono i giornalisti che caratterizzano questo cluster che, per quanto riguarda le news, segue soprattutto  il Foglio (160), L’Huffington Post (140) e il Post (130).

Tra le trasmissioni tv primeggiano gli approfondimenti di Agorà su Rai3 (180) e il magazine di RaiNews Studio24 (130). Roberto Burioni è al top tra i virologi di questo cluster (140 di score di centralità), in cui non manca la coppia presidenziale americana Joe Biden e Kamala Harris.

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