Chi detta l'agenda sul Recovery Fund?

PNRR e lobbying: un’analisi delle azioni di rappresentanza dei maggiori gruppi di interesse italiani

L’articolo “Chi detta l’agenda? Le dichiarazioni pubbliche dei gruppi di interesse sul Recovery Fund”, scritto dagli autori Alberto Bitonti, Giuseppe Montalbano, Andrea Pritoni e Giulia Vicentini, ha esaminato la presenza mediatica dei 150 maggiori gruppi d’interesse italiani sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza tra settembre 2020 e aprile 2021, mese in cui il #Governo ha concluso la stesura del testo inviato a #Bruxelles. Successivamente, è stata sviluppata una content analysis sulle 20 associazioni più influenti, sia in termini di visibilità ottenuta che di accesso alle consultazioni organizzate dall’esecutivo.

I risultati dalla ricerca dimostrano come le organizzazioni che più si sono espresse pubblicamente sull’argomento siano anche le più strutturate sotto il profilo economico e le più accreditate dentro l’arena istituzionale.

 

Sul punto, non sconvolge scoprire come più del 50% del totale delle dichiarazioni sul PNRR siano giunte dalle sole Confindustria, #CGIL#Cisl e #UIL, con le prime due organizzazioni in netto vantaggio sulle altre.

Inoltre, si nota come il 74% di quelle comunicazioni si riferisca a temi specifici, il 17,7% riguardi la governance del Piano mentre, solo l’8,3%, si ricollega ad affermazioni generiche. Ciò conferma l’attitudine da parte dei gruppi d’interesse a specializzarsi in ben definiti ambiti di #policy.

 

Tuttavia, l’indagine rivela anche altri importanti focal point: i temi e gli ambiti su cui ci si è spesi di più a livello comunicativo, non corrispondono ai settori sui quali il Governo ha concretamente convogliato la maggior parte delle risorse economiche. Analizzando le dichiarazioni delle #lobby si osserva, infatti, come i campi considerati prioritari fossero quelli relativi a: energie rinnovabili, economia circolare, mobilità e agricoltura sostenibile. Di contro, le componenti maggiormente finanziate sono state: alta velocità, formazione, assistenza sanitaria e innovazione delle imprese.

In generale, è possibile affermare come il contesto legato alla stesura del PNRR non si sia caratterizzato come il più favorevole per le azioni di #lobbying, soprattutto in ragione dei tempi stretti che ne hanno scandito la scrittura. Nondimeno, il fatto che solo pochi e selezionati attori – ossia i tradizionali insiders del sistema – abbiano avuto un qualche ruolo in questa fase, non implica necessariamente che nei prossimi fondamentali anni di attuazione del Piano, le lobby non possano trovare successive opportunità d’influenza.

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