Città e territori per la sostenibilità

Un dialogo multistakeholder incentrato sul rapporto tra città e territori per affrontare i nodi, le emergenze ed evidenziare i legami sistemici per uno sviluppo sostenibile integrato

“Sostenibilità, sostenibilità, sostenibilità, è ora di agire!”

Si apre così il Festival dello Sviluppo Sostenibile 2020 organizzato a livello nazionale da ASviS dal 22 settembre all’8 ottobre. Una vera e propria contaminazione di idee e best practices volte alla promozione del tema della sostenibilità economica, sociale ed ambientale. L’obiettivo? Realizzare un cambiamento culturale e politico che consenta l’attuazione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite in Italia.

Parma – Capitale italiana della cultura 2020/2021 – ha organizzato una versione locale del Festival, divisa in cinque giornate e di cui ADL Consulting è stata società partner. Tra queste, martedì 29 settembre nell’Aula Magna dell’Università di Parma, si è svolto l’incontro “Città e Territori per la sostenibilità” che ha affrontato l’11° obiettivo di sviluppo sostenibile ONU: “sustainable cities and communities”.

Il dibattito, avvenuto tra amministratori ed operatori del settore, ha prodotto interessanti spunti di riflessione su come vada intesa la sostenibilità nelle città e nei territori italiani.

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“Non solo ambiente”, è questo il concetto che gli stakeholder vogliono veicolare durante l’incontro. Non solo ambiente perché, come ci racconta già in apertura il Vicesindaco di Parma Marco Bosi, la sostenibilità può e deve essere declinata anche in ambito economico e sociale.

Infatti, la sostenibilità non è solo tutela dell’ambiente, ma anche maggior sicurezza, che si può raggiungere facendo riappropriare i cittadini degli spazi comuni urbani; sostenibilità è sì economia circolare, ma anche investimenti per un’alleanza educativa che promuova il benessere delle future generazioni attraverso percorsi formativi. Il progetto Giocampus di Parma ne è un esempio: unire l’educazione motoria a quella alimentare dentro e fuori le scuole ha portato Parma ad essere, in 10 anni, la migliore città della Regione per minori livelli di obesità infantile.

La sostenibilità è, dunque, tutto ciò che conduce ad un dialogo fruttuoso e vincente tra luoghi e cittadini di uno stesso territorio.

Del resto, smart city significa proprio questo: ambire ad un’elevata qualità della vita valorizzando il dialogo tra cittadini e territori.

C’è quindi bisogno che le amministrazioni, in concerto con privati e Università, studino ed attuino delle strategie di pianificazione urbana che sappiano innovare i servizi pubblici, perché solo in questo modo si potranno mettere in relazione le infrastrutture cittadine con il capitale umano, intellettuale e sociale di chi le abita.

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 Flavia Marzano, esperta di open government e smart cities, con il suo intervento aggiunge poi un tassello fondamentale per la costruzione di città smart: la necessità di far nascere smart communities. Ecosistemi in cui le persone possano lavorare insieme per obiettivi condivisi a prescindere dalle loro differenze economiche o sociali, ed in cui i decisori pubblici prendano decisioni solo dopo aver ascoltato e coinvolto tutte le parti necessarie, innovando così strumenti partecipativi nel segno della collaborazione e della digitalizzazione tra cittadini, imprese e istituzioni.

Degli esempi già esistenti sono le piattaforme di partecipazione online (come Milano Partecipa, Bilancio Partecipativo a Parma e ParteciPA promossa dal Governo italiano), oppure i punti di accesso online come PROF (Punti Roma Facile), in cui ogni cittadino, aiutato da un tutor, può effettuare normali operazioni burocratiche online (come iscrivere il proprio figlio a scuola o pagare una bolletta) ed avvicinarsi così alle modalità digitali della pubblica amministrazione.

Per la buona riuscita di queste iniziative smart e sustainable, tuttavia, è di fondamentale importanza il partenariato tra pubblico e privato.

Gli atteggiamenti positivi e dinamici delle imprese sono altrettanto essenziali per rendere i territori e le città più sostenibili, e non sempre è detto che industria e ambiente non possano convivere.

Lo sa bene Fabio Baldazzi di Caviro Extra che racconta come il gruppo, adottando pratiche di economia circolare, riesca a recuperare il 99% di scarti e potature delle filiere agroalimentari per trasformarli in prodotti primari, evitando così il loro diretto conferimento nelle discariche. Il Gruppo Caviro inoltre, nella sua sede di Faenza, condivide lo stabilimento industriale con un’oasi naturalistica; un’altra conferma del fatto che industria e fauna potrebbero convivere qualora si ponesse la sostenibilità come valore primario.

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Ed è importante tenere in considerazione la sostenibilità, perché come aggiunge il moderatore dell’incontro Massimiliano Pontillo, la crescente urbanizzazione a scapito della campagna sta creando un problema di distribuzione delle risorse. Oggi nelle città si generano il 70% dei rifiuti accumulati a livello mondiale, vi si consuma l’80% dell’energia prodotta nel mondo e vi si produce il 70% delle emissioni di gas serra. Secondo Pontillo “l’approccio con cui ridisegnare le città del futuro non dovrà andare per compartimenti stagni, ma dovrà far dialogare città e campagne circostanti senza distinzioni”.

Sarà pertanto necessaria una nuova governance per le città del futuro che, secondo il Vicesindaco Bosi, si potrà raggiungere “alzando lo sguardo dall’ordinario, programmando con orizzonti più ampi ed essendo in grado di misurare i progressi ed i risultati raggiunti”; solo in questo modo, riuscendo a misurare quantitativamente e qualitativamente i dati prodotti si potranno governare città che mirano alla sostenibilità.

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È dello stesso avviso Marco Mari, neo Presidente del Green Building Council Italia, un’associazione che mira a spostare l’intera filiera edilizia nella direzione della sostenibilità per ottenere ambienti più resilienti, sostenibili e salubri. Un approccio che non affronti i problemi in maniera complessa e completa è rischioso e sicuramente non efficace al giorno d’oggi. Best practices da seguire, nell’ambito edilizio, ce ne sono; proprio a Parma – Capitale italiana della cultura 2020/2021 – il nuovo Headquarter Green Life di Crédit Agricole ha ottenuto nello scorso 2019 la certificazione LEED Platinum per la sua massima superficie verde e la minima impronta ecologica; una realizzazione ecosostenibile sia per l’ambiente naturale esterno che per la gestione di nuovi spazi interni, studiati per il benessere dei dipendenti e realizzati secondo i principi dello smart living.

Green e Digital, sono questi i due macro-driver che l’Italia deve riuscire a far dialogare per rendere le proprie città sostenibili, senza dimenticarsi tuttavia, aggiunge il Presidente Mari, delle incredibili ricchezze presenti sul territorio: il patrimonio storico-culturale ed i borghi storici nei quali, oltre alla qualità edilizia, si sviluppa la qualità delle relazioni e dell’abitare, elementi essenziali per la costruzione delle sopracitate smart communities.

L’Italia è il primo firmatario al mondo di un protocollo edilizio legato all’heritage e alla sostenibilità, e proprio da questo si dovrebbe partire.

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Conclude l’incontro il moderatore Samir T. De Charadevian, comparando l’agenda 2030 ad un cubo di Rubik, colorata ma complessa e in cui se si sposta un tassello, contemporaneamente e senza volerlo, anche altri se ne muoveranno.

Saper gestire questa complessità è compito arduo ma dev’esser fatto, tanto più in questo periodo di mutamento, perché come ricorda il Presidente Mattarellala sostenibilità è un percorso inevitabile per rispondere alle crisi”.

Guarda il video integrale dell’incontro “Città e territori per la sostenibilità”

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