I Chatbot per informare e supportare i cittadini durante l’emergenza: quali benefici e opportunità anche per il futuro?

Il webinar promosso dall’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano, indaga come i Chatbot, basati sull’intelligenza artificiale o realizzati come chat con risposte automatiche, possano rivelarsi un valido supporto digitale per fronteggiare l’emergenza sanitaria legata al Covid19. Ma cos’è un Chatbot? Definizione alla mano, un Chatbot è un agente software in grado di eseguire azioni per un individuo in base a comandi ricevuti dall’utente in forme testuali o vocali.I Chatbot sviluppati dall’ INMI Lazzaro Spallanzani e dalla Croce Rossa Italiana possono attualmente fornire informazioni autorevoli ai cittadini o condurli all’autovalutazione dei sintomi: un dimezzamento nei tempi di risposta al pubblico ed un guadagno in termini di efficienza.Chiara Sgarbossa, direttrice dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità e moderatrice dell’incontro presenta gli ospiti e lancia il leitmotiv dell’incontro: “Come il digitale può aumentare la resilienza del settore sanitario in un momento di emergenza?”

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Non tutti i chatbot sono uguali però, ed all’interno dell’Osservatorio hanno provato a tracciare una prima classificazione (da livello 0 a livello 5) in base alla programmazione data. Gli obiettivi legati all’utilizzo sono: un servizio di maggior qualità essendo disponibile 24/7 con risposte istantanee e la riduzione dei costi di gestione e la liberazione di capitale umano per attività di maggior valore. I Chatbot sono dunque un progetto Quick-Win, in cui è possibile evidenziare un beneficio tangibile fin dalle prime fasi di utilizzo, seppur la maturità complessiva raggiunta dalle soluzioni è ancora bassa: il 50% dei progetti sono pilota o in implementazione (c’è ancora un’elevata “rigidità” del Chatbot ed è assente sia la configurazione di interpretazione del contesto che quella di memorizzazione delle informazioni).

Relativamente all’utilizzo dei Chatbot in ambito sanitario, la Direttrice Sgarbossa fa notare come questi possano portare benefici sia alla struttura sanitaria sia agli utenti: decongestionando le linee telefoniche per la richiesta di informazioni da parte dei cittadini, contribuendo a diffondere informazioni autorevoli nell’opinione pubblica, rilevando precocemente sintomi sospetti per evitare complicazioni e lasciando ai medici la possibilità di concentrarsi su attività più urgenti. Un primo esempio è l’applicazione Babylon, così come il Chatbot dell’OMS , mentre in Italia sono nate nel corso dell’ultimo mese, diverse iniziative.

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