Il Piano Cashback

Il Piano Cashback è parte integrante delle misure per la «Strategia Italia cashless», volta a ”incentivare l’uso di carte e app di pagamento, al fine di modernizzare il Paese e favorire lo sviluppo di un sistema più digitale, veloce, semplice e trasparente.

L’iniziativa è basata sull’erogazione di un rimborso in denaro a favore delle persone fisiche maggiorenni residenti in territorio italiano, che al di fuori della propria attività professionale effettuano l’acquisto di beni e servizi mediante l’utilizzo di strumenti di pagamento elettronici.

L’8 dicembre 2020 ha debuttato l’Extracashback, o Cashback di Natale, conclusosi il 31 dello stesso mese e che ha visto erogare oltre 222 milioni di euro di rimborsi. Il sistema prevedeva la restituzione del 10% di quanto speso, fino ad un massimo di 150 euro, a coloro i quali hanno effettuato almeno 10 transazioni attraverso carte di credito e pagamenti digitali, registrate all’interno dell’ App IO .

A decorrere dal 1° gennaio 2021, invece, ha avuto inizio il programma Cashback ordinario, che dovrebbe durare fino a metà 2022. In questo caso, ai fini dell’ottenimento del rimborso del 10%, gli aderenti devono effettuare un minimo di 50 transazioni con strumenti di pagamento elettronici per ogni semestre. Il valore massimo preso in considerazione per ogni acquisto equivale a 150 euro, mentre il tetto massimo delle transazioni effettuate è fissato a 1500 euro.

Accanto a tale rimborso è previsto, sempre a partire del 1° gennaio 2021 e su base semestrale, un «Rimborso speciale» (cd. «Super Cashback») pari a 1.500 euro, che viene assegnato ai primi centomila utenti che totalizzano il maggior numero di transazioni.

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La prima menzione inerente al Piano Cashback appare nella Legge di Bilancio 2020. Il progetto è contenuto all’articolo 31 ed è intitolato “Misure premiali per favorire l’utilizzo di strumenti di pagamento elettronici”. Per le modalità attuative si rimanda però ad un decreto attuativo originariamente fissato in data 30 aprile 2020, poi posticipato a causa della pandemia da Covid-19.

Durante l’esame parlamentare, nessuna delle due Camere modifica la normativa relativa al Cashback e così il 30 dicembre 2019 la Legge di Bilancio 2020 viene pubblicata in Gazzetta Ufficiale.

Allo scoppio della pandemia pochi mesi dopo, però il Cashback sembra trovare un ostacolo: con il Decreto Rilancio (DL 34/2020), infatti, vengono azzerate le risorse previste per il 2021, probabilmente reindirizzate ad affrontare l’emergenza.

Già con il Decreto Agosto (DL 104/2020), però, vengono reintegrate le risorse previste per il 2021 e vengono introdotte delle modifiche sostanziali: le risorse stanziate per il Cashback corrispondono a 2,2 milioni per il 2020 e 1,7 miliardi per il 2021.

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E infatti il 24 novembre 2020 arriva il decreto attuativo del MEF, che all’art. 5 introduce la convenzione con PagoPA. Il decreto, inoltre, chiarisce che lo stanziamento previsto per il periodo sperimentale del 2020 corrisponde a 227,9 milioni di euro e fissa a 2,7 miliardi di euro l’erogazione prevista per il 2021.

Infine, la Legge di Bilancio 2021, apporta alcune modifiche alla regolamentazione sul Cashback al comma 1097 dell’articolo 1, specificando che i rimborsi non sono assoggettati ad alcun prelievo erariale.

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Di questi, un solo emendamento a firma Sen. Laura Bottici (M5S), è stato approvato, e concerne una modifica di rilevanza marginale. In generale, solo un numero ristretto di parlamentari è stato coinvolto nell’attività emendativa, ossia 20 deputati e 43 senatori. Sono stati invece presentati un totale di 19 atti ispettivi (al 10 marzo 2021), di cui un numero preponderante è costituito dalle interrogazioni e le interpellanze.

Mercoledì 7 aprile 2021, l’Aula del Senato ha discusso la mozione 1-003179 presentata a fine gennaio dal Sen. Luca Ciriani (FdI) e con il sostegno delle altre forze politiche di centrodestra.  

La mozione, che chiedeva l’annullamento del Piano Cashback per destinare le risorse economiche a misure di ristoro per le attività commercialiè stata respinta dalla nuova maggioranza di Governo, con l’astensione dei senatori di Lega, Forza Italia e Italia Viva.  

In compenso, l’Aula di Palazzo Madama ha approvato un ordine del giorno presentato dalla maggioranza che impegna l’Esecutivo ad approfondire il monitoraggio del programma Cashback anche al fine di adottare eventuali provvedimenti correttivi, con una valutazione di costi e benefici.

Posizione degli stakeholders politici

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La presente tabella è stata realizzata attribuendo una posizione di positività (+) o di negatività (-) rispetto ad alcune microissues identificate come particolarmente caratterizzanti il dibattito politico. Tali posizioni sono ricavate dalla lettura incrociata degli emendamenti, degli atti ispettivi e delle eventuali repliche ufficiali di attori istituzionali. Laddove manchino delle posizioni esplicitamente espresse, queste sono state estrapolate dalle osservazioni riportate nei resoconti stenografici delle sedute parlamentari o dalle dichiarazioni degli attori principali dei partiti.

La lettera N sta invece per “neutro” e indica che non sono state espresse posizioni in merito. I numeri inseriti accanto ad alcuni + e – corrispondono al rapporto tra F (atti presentati dai singoli partiti che esprimono una posizione favorevole ad una determinata micro-issue) su T (che rappresenta la sommatoria del totale degli emendamenti e degli atti ispettivi presentati dai singoli partiti in riferimento alla stessa micro-issue).

Come prevedibile, i due principali attori della maggioranza del Governo Conte II, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, sono i principali promotori e sostenitori del Piano Cashback. La loro posizione riguardo alle microissues è di sostanziale difesa del Piano così come è stato presentato nei documenti ufficiali, con l’eccezione della volontà di ridurre gli oneri per gli esercenti ed in particolare le commissioni interbancarie, tema su cui si pronuncia a più riprese tutto l’emiciclo parlamentare.

Emergono tuttavia alcuni emendamenti ribelli. In particolar modo alcuni parlamentari cinque stelle hanno presentato due emendamenti in cui richiedono la riduzione del budget, nonostante la linea ufficiale del Movimento non fosse quella di ridurre le risorse.

 

La posizione di Italia Viva passa invece nel corso del tempo dall’essere favorevole all’attuazione del progetto, riconoscendone un’utilità nel contrastare l’evasione fiscale, a cambiare radicalmente il proprio punto di vista. In un’interrogazione presentata il 3 marzo 2021 l’Onorevole Massimo Ungaro chiede “se non si possano individuare strumenti più utili ed efficaci”.

Liberi e Uguali è escluso da questa analisi in quanto non sono state reperite prese di posizione pubbliche. I principali partiti di opposizione, Lega, FI e FDI presentano posizioni critiche, tuttavia dai toni diversi e concentrate su microissues differenti. La Lega chiede ripetutamente una diminuzione del budget, mentre FDI e FI si concentrano soprattutto sulla tematica degli eccessivi oneri gravanti sulle imprese e le commissioni interbancarie. FDI assume toni in assoluto più aspri, parlando di “profilazione di dati” e di “controllo dei cittadini”.

Riveste una particolare importanza una mozione presentata al Senato il 26/01/2021 in cui la quasi totalità dei senatori di FDI e della Lega chiede la sospensione del Piano. Solo 2 senatori di FI risultano tra i cofirmatari.

Noi con l’Italia ha invece indicato di ritenere il Cashback un utile strumento per combattere l’evasione fiscale, ma ha sollevato perplessità sul rispetto della privacy.

Stakeholders economici ed istituzionali

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Per quanto riguarda le posizioni dei principali stakeholder sociali ed economici in merito al Piano Cashback, si rileva un’alta variabilità.

Da sottolineare come il 14 dicembre 2020 la BCE ha indirizzato una lettera al MEF, a firma di Yves Mersch, membro prossimo al pensionamento del Comitato Esecutivo. In essa il Piano Cashback viene indicato come una misura sproporzionata in relazione alla lotta contro l’evasione fiscale e con potenziali effetti negativi sul corso legale del contante. In una nota di pochi giorni dopo il MEF ha risposto stigmatizzando una presa di posizione individuale del mandante e sostenendo che al contrario “il Cashback è in linea con la direzione intrapresa della BCE per la massima estensione dell’uso dei pagamenti elettronici”.

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La maggior parte delle posizioni espresse dalle associazioni di categoria, è pervenuta tramite comunicazioni ufficiali alle sedute in cui si discuteva la Legge di Bilancio 2020, ad indicare un’attività di lobbying pubblica esercitata da questo tipo di stakeholders.

Confindustria presenta posizioni favorevoli riguardo all’impatto sui pagamenti elettronici e alla lotta contro l’evasione fiscale, ma si interroga sulle dimensioni del budget stanziato e rimette l’efficacia del Piano alla coordinazione dei meccanismi antievasione.

Confesercenti osserva principalmente la necessità di ridurre ulteriormente le commissioni interbancarie, orientamento condiviso da Rete Imprese Italia.

Posizione estremamente critica, invece, da parte della CGIA di Mestre, riportata poi dai partiti di opposizione, attivi nel denunciare penalizzazione di determinate fasce sociali, un eccessivo budget e l’inadeguatezza in un contesto di crisi economica.

Nettamente favorevoli, ovviamente, le piattaforme alternative di pagamento come Satispay, Bancomat S.p.A. e NexiPay.

FederDistribuzione ritiene che il Cashback possa essere uno strumento utile alla lotta contro l’evasione fiscale, ma sostiene che vi sia bisogno di un ulteriore stanziamento di fondi per compensare i costi sostenuti dagli esercenti nel pagamento delle commissioni bancarie.

La comunicazione del Governo

 Partendo dal principio dell’iniziativa nel novembre 2019, il Premier Giuseppe Conte ne ha rappresentato fin da subito il principale sostenitore, spendendosi personalmente nella promozione del progetto. Tale supporto risulta evidente attraverso un’accurata analisi della strategia comunicativa adoperata, nella quale la Presidenza del Consiglio dei Ministri riveste un ruolo cardinale.

La suddivisione della timeline comunicativa istituzionale è scaglionata in alcuni passaggi temporali essenziali, a partire dall’illustrazione del Cashback da parte del Premier Conte al programma Porta a Porta il 7 novembre 2019. A seguito della crisi pandemica il Piano viene deliberatamente posticipato, riemergendo pubblicamente il 24 settembre 2020 con una comunicazione del Premier durante il Festival dell’economia di Trento. Successivamente, il 14 ottobre 2020 compare sul sito della Presidenza del Consiglio il programma di comunicazione pubblicitaria inerente al progetto Italia Cashless, che comprende uno spot televisivo, uno radiofonico, l’ideazione di banner che reindirizzano a siti istituzionali e un influente campagna social.

Il 30 ottobre il Ministro Roberto Gualtieri (PD) annuncia, sempre durante il programma Porta a Porta, la definizione dei rimborsi del Cashback nell’ambito della Legge di Bilancio in via di formazione, seguito all’indomani dal Ministro per l’Innovazione Tecnologica Paola Pisano (M5S), con un annuncio durante il convegno Digithon.

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Alla data simbolo dell’8 dicembre, a causa dei numerosi malfunzionamenti dell’App IO dovuti al numero incredibile di tentativi di accesso e registrazioni da parte dei cittadini, è Palazzo Chigi a gestire la comunicazione con il pubblico, esponendo i numeri record di accessi e informando sulle tempestive manutenzioni, evidenziando così l’interesse per il Cashback.

Come step finale, il 5 gennaio 2021, avviene la pubblicazione sul sito della Presidenza del Consiglio della nuova campagna di comunicazione per l’anno 2021 e l’avviamento di nuovi spot pubblicitari.

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La comunicazione di PagoPA

In contrapposizione all’approccio delle istituzioni, PagoPA intraprende una linea comunicativa aderente al proprio ruolo, evitando di sconfinare in dibattiti politici, con contenuti essenzialmente di natura tecnica ed informativa.

Le caratteristiche principali della comunicazione di PagoPA sono l’esposizione di dati relativi alla diffusione dell’App IO, le risposte ai quesiti dei cittadini sulle piattaforme social e la rilevanza del rispetto della privacy. In certi periodi, inoltre, PagoPA adotta una strategia di silenzio stampa, evitando l’esposizione della società come portabandiera del progetto, pur mantenendo una condotta trasparente, fornendo dati ad enti esterni (giornali, televisioni) e contemporaneamente astenendosi dalla sovrapposizione tra cashback e la società stessa.

Il 22 luglio 2020 PagoPA annuncia un prestito di 30 milioni di euro da parte della Banca Europea per gli investimenti (BEI), per supportare lo sviluppo di iniziative per la digitalizzazione della PA italiana.

A distanza di mesi, il 7 dicembre 2020, tramite una comunicazione ufficiale, si annuncia l’avvio dell’operazione Cashback. All’interno dello stesso comunicato sono, inoltre, compresi i tempi di realizzazione dell’App, i possibili problemi tecnici e specifici dati relativi alla prima settimana del mese di dicembre.

A seguito dei malfunzionamenti riscontrati durante il famigerato click-day del 8 dicembre, PagoPA adotta una strategia basata sul fornire aggiornamenti in modo continuativo, orientato all’opportuna risoluzione dei malfunzionamenti. Secondo le parole dei dirigenti della società, tale metodo di totale trasparenza nei confronti del cittadino permette di mantenere uno status di autorevolezza e affidabilità.

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Lo step successivo risale al 21 dicembre, data in cui il CEO Giuseppe Virgone rilascia un’intervista al Corriere della Sera, dove fornisce ragguagli relativamente ai dati più significativi sull’uso dell’applicazione ed i suoi risultati.

Una testimonianza altresì significativa di PagoPA viene rilasciata sul sito Medium il 30 dicembre 2020, firmata dallo stesso Virgone e Mirko Calvaresi (CIO di PagoPA). In tale occasione si espone un’approfondita analisi post-mortem dell’intero progetto Cashback. Vengono ripercorse le fasi critiche e si spiegano, con rigore metodologico e precisione analitica, le problematiche emerse e le risposte effettuate.

Infine, attraverso l’intervento del 26 febbraio 2021 sul sito internet dell’azienda viene annunciata la conclusione dei rimborsi per il periodo Extracashback Natalizio, puntualizzando la liquidazione di quasi 223 milioni di euro da parte di Consap.

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La comunicazione social dei partiti

La comparsa dell’argomento Cashback su pagine social appartenenti ad esponenti politici e/o partiti avviene in maniera discontinua, ma in particolare modo nel periodo di avviamento del meccanismo e dei relativi malfunzionamenti. Le posizioni dello spettro politico sulle piattaforme digitali rispecchiano a pieno i dati precedentemente analizzati attraverso l’uso delle matrici.

L’atteggiamento del M5S e del PD è sotteso alla sponsorizzazione ed alla difesa dell’iniziativa. Il Movimento 5 Stelle adotta uno storytelling dai toni istituzionali e descrittivi.

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Mentre il PD si impegna in una campagna di risposta ai toni accesi dell’opposizione, accusata di diffondere fake news.

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L’attitudine di Italia Viva risulta invece alquanto critica nei confronti del progetto, attraverso post e tweet di Matteo Renzi riguardanti l’eccesiva allocazione di risorse.

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Analogamente, l’opposizione mantiene una condotta scettica ed ostile, criticando a più riprese efficacia e funzionamento.

La distinzione tra partiti ed esponenti di opposizione riguarda principalmente toni e stili utilizzati: laddove Matteo Salvini tende ad esporre le proprie idee all’elettorato tramite post diretti e mirati contro Giuseppe Conte.

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Giorgia Meloni riporta la propria posizione attraverso commenti più lunghi e tecnici. Forza Italia utilizza invece espressioni e modi generalmente più pacati.

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La comunicazione della stampa

L’atteggiamento della stampa nei confronti del Piano è suddiviso principalmente in due fasi, separate dalla data dell’8 dicembre 2020.  Durante il primo periodo, si è rilevato un interesse piuttosto marginale dei giornalisti per la misura e particolarmente rivolto ad aspetti operativi: numerose sono state le guide e i vademecum riguardanti il processo e funzionamento della piattaforma digitale e del sistema dei rimborsi.

La fase successiva al 8 dicembre, invece, se da una parte vede una rapida crescita dell’interesse mediatico verso il Cashback, questa si caratterizza da articoli incentrati sui problemi tecnici ed organizzativi e sulle critiche e dichiarazioni dei leader politici.

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I furbetti del Cashback

Alcuni eventi verificatisi nei mesi iniziali del 2021 sembrano indicare alcuni comportamenti scorretti nell’utilizzo del Cashback.

Numerose testate giornalistiche, infatti, riportano il caso di Caraglio (Cuneo), dove a febbraio 2021 un consumatore ha effettuato molteplici transazioni presso un distributore di benzina ad importi estremamente limitati, a scopo di accedere al rimborso spese. Le numerose commissioni hanno gravato sugli esercenti e la situazione ha generato un malcontento diffuso, principalmente evidenziato da esponenti dell’opposizione. Il 16 febbraio la questione ha raggiunto le aule parlamentari, sotto forma di un’interrogazione presentata da Fratelli D’Italia.

Un ulteriore categoria di “furbetti” è quella del cosiddetto POS “da divano”: la strategia creativa per aggirare il sistema in questo caso è l’uso di un POS senza la Partita Iva, collegato ad un telefono che consente all’utilizzatore di completare e registrare le proprie transazioni, scalando progressivamente la classifica.

Conclusioni e scenari futuri

Il dibattito pubblico sul Cashback ha assunto negli ultimi mesi toni accentuati, soprattutto a livello social e di stampa. Partiti di opposizione e numerose testate giornalistiche hanno di fatto criticato spiccatamente il progetto, in particolare modo a seguito dei disguidi del 8 dicembre e dei diversi casi di “furbetti”. Al contempo, molteplici stakeholder economici ed istituzionali hanno espresso la propria posizione favorevole riguardo al Piano.

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Il futuro resta ancora incerto e recenti indiscrezioni sottolineano come il nuovo Governo Draghi stia contemplando una modifica dell’intero Piano con possibile taglio di fondi dal 2022, reindirizzando le risorse (oltre 3 miliardi tra il biennio 2021-22) verso altre misure di sostegno agli esercizi commerciali.

Questo eventuale cambio di passo sarebbe anche dovuto all’ingresso in maggioranza di alcune forze politiche molto critiche del Cashback, come si è visto con l’approvazione dell’ordine del giorno approvato dal Senato del 7 aprile 2021, dove si chiede al Governo una valutazione complessiva dei costi-benefici del programma. 

In ogni caso, indipendentemente dalla misura scelta, la digitalizzazione dei pagamenti e della pubblica amministrazione restano materie di primaria importanza e in costante evoluzione.

Questo articolo è stato realizzato con il supporto dei partecipanti al programma “Virtual Internship – marzo 2021” organizzato in collaborazione con la Luiss Guido Carli.

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