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La nostra Academy è una piattaforma dedicata alla formazione di esperti in affari istituzionali e regolatori, dirigenti, giornalisti e collaboratori parlamentari. I nostri corsi, tenuti da docenti qualificati ed esperti di settore, formano figure professionali con un elevato grado di specializzazione, capaci di operare sul fronte delle relazioni istituzionali e dei public affairs attraverso tecniche e strumenti innovativi interdisciplinari.
Analisi, report e approfondimenti sui principali temi di innovazione, policy e digital lobbying. Un osservatorio strategico per comprendere trend, impatti e opportunità.
Le notizie del mese
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Fonte: Ministero delle Imprese e del Made in Italy
Giovedì 23 ottobre il Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Roberto Rustichelli, è stato ascoltato in audizione dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario. Al centro dell’intervento di Rustichelli vi è stata la sottolineatura dell’importanza di completare l’Unione bancaria a livello europeo, al fine di dare vita a veri campioni transnazionali del credito nell’Unione e garantire una piena concorrenza nel mercato unico. Secondo il presidente dell’Antitrust, «una tutela vigorosa della concorrenza non contrasta con la necessità di avere banche di dimensioni adeguate per competere con le superstar americane e cinesi. Al contrario, la competitività globale è collegata positivamente alla concorrenza interna».
Fonte: Teleborsa
23 ottobre 2025
Lunedì 20 ottobre si è riunito al MIMIT il Comitato per lo sviluppo dell’industria aerospaziale. Presieduto dal Ministro e Autorità delegata per le Politiche Spaziali e Aerospaziali Adolfo Urso, l’incontro ha visto la partecipazione dei Ministeri della Difesa, degli Esteri, dell’Economia, dell’Università e degli Affari europei, nonché di alcuni esperti del settore. Durante la riunione sono stati riconosciuti idonei 45 progetti dei 78 presentati a seguito del bando del giugno 2024, volto a sostenere la ricerca e sviluppo nel settore aerospaziale legata alla sicurezza nazionale.
20 ottobre 2025
Sabato 18 ottobre è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il DPCM del 2 ottobre 2025, che aggiorna il precedente Decreto del 30 aprile sulla disciplina dei contratti di beni e servizi informatici impiegati per la tutela degli interessi nazionali strategici e della sicurezza nazionale. Con il provvedimento, le reti 4G e 5G entrano a far parte delle categorie tecnologiche soggette a regole speciali di acquisizione per finalità di sicurezza nazionale, rafforzando così il Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica.
Fonte: Key4Biz
Entro la fine dell’anno l’AGCOM potrebbe rendere disponibile in Italia l’applicazione lanciata dalla Commissione europea, nello scorso luglio, per la certificazione della maggiore età ai fini dell’accesso ai siti web con contenuti pornografici. Difatti, per accedere alle pagine con materiale sessualmente esplicito non sarà più sufficiente autodichiararsi maggiorenne con un semplice click, ma bisognerà provare di avere più di 18 anni mediante un token, che sarà nel concreto un codice digitale rilasciato dall’app sviluppata dagli svedesi di Scytales AB e dai tedeschi di Deutsche Telekom per conto di Bruxelles.
Fonte: La Stampa
15 ottobre 2025
Lunedì 6 ottobre l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale e l’Agenzia Spaziale Italiana hanno sottoscritto un Accordo quadro di collaborazione, con l’obiettivo di sviluppare iniziative congiunte nei settori spaziale e aerospaziale per rafforzare la sicurezza e la resilienza cibernetica del Paese. L’intesa è finalizzata ad avanzare verso la protezione delle infrastrutture critiche e dei sistemi digitali che supportano le attività spaziali e aerospaziali, e mediante l’Accordo ACN e ASI intendono realizzare congiuntamente iniziative tese a rafforzare la protezione delle infrastrutture e dei dati del comparto spaziale, e a promuovere la formazione e la diffusione della cultura della cybersicurezza.
Fonte: Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale
6 ottobre 2025
Il dato del mese
Il rapporto Threat Landscape 2025 dell’Agenzia dell’Unione Europea per la Cybersicurezza (ENISA), analizza 4.875 incidenti di cybersicurezza registrati nell’UE tra luglio 2024 e giugno 2025, mettendo in evidenza i settori maggiormente colpiti. La pubblica amministrazione risulta il principale bersaglio, con il 38,2% degli incidenti totali, seguita da un rilevante 28,5% di attacchi non attribuiti a un settore specifico. A seguire si collocano i trasporti (7,5%) e le infrastrutture e servizi digitali (4,8%), che riflettono l’esposizione delle reti e dei servizi essenziali dell’economia europea. Completano il quadro settori in cui gli attacchi, pur con quote inferiori, possono generare conseguenze critiche: finanza (4,5%) e manifatturiero (2,9%), oltre a comparti come energia, istruzione, sanità, servizi alle imprese e media e intrattenimento.
Fonte: ENISA Threat Landscape 2025
L’editoriale del mese
In un editoriale su Il Foglio di sabato 18 ottobre, Dario Di Vico ricorda come, a un anno dalla presentazione del Rapporto Draghi per il rilancio dell’Unione europea, i progressi siano stati minimi: la Commissione stima che solo il 10 per cento delle misure suggerite sia stato implementato. Per comprendere le cause dei ritardi, l’Università Bocconi ha organizzato un confronto con gli economisti Francesco Giavazzi e Guido Tabellini, che hanno individuato quattro priorità centrali indicate dall’ex Governatore della BCE: innovazione tecnologica, energia, regole per le fusioni aziendali e creazione di un “ventottesimo stato” europeo per le start up.
Su queste, l’unico passo avanti è avvenuto sul fronte del ventottesimo stato — un “Delaware europeo”, che semplifichi la burocrazia per le nuove imprese — già approvato dalla Commissione e ora all’esame del Parlamento. Nulla invece è stato fatto sugli altri tre fronti, tra resistenze politiche e burocratiche. Emblematico, secondo Giavazzi, il caso delle nuove regole antitrust: la commissaria Ribera ha proposto una revisione, ma la Direzione Concorrenza ha difeso le proprie prerogative, bloccando l’iniziativa.
Per Tabellini, le resistenze maggiori provengono dagli Stati membri, non da Bruxelles. Superarle richiede un’integrazione politica più forte, simile a quella che portò alla nascita della BCE. Tuttavia, oggi, secondo i due economisti, “si è smesso di sognare”, e contestualmente la Commissione è priva di forza politica. Eppure, i sondaggi mostrano un’ampia disponibilità dell’opinione pubblica europea a rafforzare l’integrazione, soprattutto in materia di difesa e politica estera.
Giavazzi ha ammesso che un limite del Rapporto è stato non chiedere una svolta politica più netta, anche per il timore che un referendum europeo possa bloccare tutto, come avvenne con il progetto di Giscard d’Estaing e Amato. Per questo suggerisce di procedere con cooperazioni rafforzate, come avvenuto per l’euro, che permettano ad alcuni Paesi di andare avanti senza attendere l’unanimità. Pur condividendo la necessità di avanzare, Tabellini ha ricordato che questo metodo non modifica le istituzioni politiche, e dunque non può sostituire una visione d’insieme.
Il primo bilancio del Rapporto Draghi, conclude Di Vico, è quindi quello di un’Europa ferma: l’unica misura avanza tra molte resistenze, mentre l’integrazione politica, che rappresenta il vero motore di un rilancio, resta al palo.
Fonte: Il Foglio
18 ottobre 2025