Welfare Book

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Le misure introdotte a partire dal 2016 intendono favorire l’attuazione di piani di welfare aziendale, attribuendo vantaggi tanto al datore di lavoro, quanto al lavoratore. L’erogazione di tali benefit può essere vincolata anche al raggiungimento di specifici obiettivi aziendali, introducendo per la prima volta nel nostro ordinamento il concetto di welfare legato alla produttività.

Le misure fiscali introdotte nel 2016 intendono attribuire un nuovo impulso alla produttività nelle aziende, favorire le relazioni tra datore di lavoro e lavoratore e migliorare il benessere del lavoratore nel luogo di lavoro.

La leva fiscale e previdenziale costituisce un fattore di rilievo intorno al quale ruota il carattere innovativo delle nuove disposizioni in tema di welfare aziendale. A questo riguardo, secondo un recente report pubblicato da ISTAT la produttività nominale del lavoro si attesta al solo 3% nel 2014, mentre, la produttività del lavoro, calcolata come valore aggiunto per ora lavorata, è addirittura diminuita dello 0,3% nello stesso anno.

Nel complesso, tra il 1995 e il 2015, la crescita della produttività del lavoro in Italia è risultata decisamente inferiore alla media Ue (+1,6%). In tale contesto non incoraggiante, si inserisce, invece, l’intervento normativo del Legislatore. Infatti, i nuovi incentivi in vigore dal 2016 si sostanziano in un regime agevolato destinato al salario di produttività – ora divenuto permanente nel nostro ordinamento – e in un ampliamento dei benefit che possono comporre piani di welfare aziendale e che possono essere erogati dal datore di lavoro in favore dei propri dipendenti.

A certe condizioni che verranno più nel dettaglio illustrate, tali benefit non concorrono alla formazione del reddito di lavoro dipendente e possono essere qualificati come costi interamente deducibili per il datore di lavoro.

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